Soffri l’umidità in casa? Ecco quando è davvero più alta tra estate e inverno

Nel corso dell’anno, la presenza di umidità in casa può diventare una fonte di disagio e talvolta di veri e propri problemi per la salute e la struttura dell’abitazione. Il livello di umidità influenza il benessere quotidiano e la sensazione di comfort negli spazi domestici, con effetti diversi in base alle stagioni. Non soltanto la temperatura reale, ma anche la quantità di vapore acqueo presente nell’aria condiziona la percezione di caldo e freddo, incidendo sull’ambiente che viviamo ogni giorno.

Come varia l’umidità tra estate e inverno

Durante l’inverno, l’umidità interna tende spesso a salire. Le cause principali sono il clima esterno più rigido, le finestre chiuse per limitare la perdita di calore, la ridotta ventilazione e l’uso frequente del riscaldamento domestico. Queste abitudini portano ad una dispersione insufficiente del vapore acqueo prodotto dalle attività quotidiane e dalle persone stesse. La presenza costante di umidità può favorire la comparsa di muffe sulle pareti, danneggiando i materiali edilizi e richiedendo costosi interventi di manutenzione nel tempo.

Al contrario, in estate la situazione può cambiare notevolmente. Le finestre e le porte aperte per favorire il ricambio d’aria tendono a abbassare il tasso di umidità interna, portando in alcuni casi a un diseccamento eccessivo dell’ambiente domestico. Tuttavia, nelle giornate più afose o nei periodi di pioggia intensa, anche la casa può risentire di una umidità elevata, in particolare se non vi è un adeguato ricambio d’aria o se si utilizzano climatizzatori senza la funzione di deumidificazione.

Queste dinamiche implicano la necessità di monitorare costantemente i livelli di umidità, soprattutto negli ambienti più soggetti alle variazioni, come cucina e bagno, le stanze più umide dell’abitazione.

Qual è il valore ideale di umidità in casa

Per garantire comfort e proteggere la salute, il tasso di umidità ideale in casa si colloca tra il 40% e il 60%, variando leggermente tra le stagioni e in funzione della temperatura interna. In inverno, è preferibile mantenere l’umidità tra il 40% e il 50%, associata a una temperatura ambientale di 19-22°C. In estate il valore ottimale sale leggermente, stabilizzandosi tra il 50% e il 60%, con temperature tra 24° e 26°C.

Un ambiente troppo umido (>80%) determina una percezione della temperatura alterata: in estate si avverte molto più caldo, mentre in inverno si può soffrire il freddo anche se il termostato indica valori adeguati. D’altro canto, un’aria eccessivamente secca (<20%) può causare problemi respiratori, secchezza delle mucose, occhi irritati e disagi generali.

Nel dettaglio:

  • In inverno: l’umidità tende a salire per la scarsa ventilazione, ma l’ideale è mantenerla tra il 40% e il 50% per evitare la formazione di muffe e salvaguardare la salute delle vie respiratorie.
  • In estate: si consiglia un valore tra 50% e 60%. Oltre il 65-70%, specie con temperature elevate (fino a 30°C), la percezione del caldo aumenta, causando disagio. Climatizzatori dotati di deumidificatore aiutano a ridurre l’umidità senza abbassare eccessivamente la temperatura, evitando sbalzi dannosi.
  • Principali cause dell’umidità alta in casa

    Numerose attività quotidiane contribuiscono all’innalzamento dell’umidità negli ambienti domestici. Una famiglia media di tre persone immette ogni giorno tra i 7 e i 15 litri di acqua nell’aria della casa attraverso:

  • Docce e bagni
  • Cottura dei cibi e lavaggio stoviglie
  • Respirazione quotidiana delle persone
  • Panni stesi all’interno
  • Presenza di acquari o piante
  • Più la casa è isolata e priva di ricambi d’aria, maggiore è il rischio di accumulo. Negli edifici moderni, spesso pensati per minimizzare le dispersioni termiche, la ventilazione naturale viene sacrificata a favore di una maggiore efficienza energetica. Tuttavia, l’aria viziata e il vapore acqueo che si accumulano portano a condensa, odori sgradevoli e problemi strutturali.

    Strategie per controllare l’umidità in estate e inverno

    Gestire l’umidità in casa richiede attenzione in funzione delle stagioni e delle abitudini domestiche. Alcune strategie utili includono:

    Arieggiare correttamente gli ambienti

  • In estate: arieggiare al mattino presto, sera o notte, quando temperatura e umidità esterna sono inferiori a quelle interne. In queste fasce orarie, si facilita il ricambio d’aria senza rischiare di introdurre ulteriore calore o umidità.
  • In inverno: anche brevi e frequenti ricambi d’aria sono utili per eliminare il vapore acqueo prodotto dalle attività domestiche, ma occorre bilanciare la perdita di calore. Meglio preferire arieggiamenti rapidi ed efficaci.
  • Utilizzare impianti di climatizzazione con funzione di deumidificatore

    I moderni climatizzatori sono dotati di funzione deumidificazione che consente di abbassare i livelli di umidità senza raffreddare eccessivamente la stanza. Questo evita sbalzi termici che possono essere dannosi per la salute, specialmente nei mesi caldi.

    Monitorare i livelli di umidità con strumenti adeguati

    Per misurare con precisione l’umidità nell’aria, è sufficiente un igrometro. Questo dispositivo permette di controllare i valori e agire tempestivamente per riportarli dentro la fascia ideale.

    Evitare la produzione eccessiva di umidità

    Ridurre le fonti di vapore acqueo può aiutare a mantenere l’equilibrio. Limitare il numero di panni stesi all’interno, utilizzare coperchi durante la cottura dei cibi, e installare estrattori d’aria in cucina e bagno sono tutte misure utili.

    Prestare attenzione alle case isolate o poco vissute

    Negli immobili poco abitati, l’assenza di frequente ricambio d’aria aumenta il rischio di muffe e danni strutturali, con relative spese di ristrutturazione. Un monitoraggio costante e piccoli accorgimenti, come l’apertura regolare delle finestre anche per pochi minuti, aiutano a preservare la salute degli abitanti e la durata dell’edificio.

    Quando l’umidità è davvero più alta?

    Il periodo in cui l’umidità risulta più elevata dentro casa non è sempre lo stesso, ma dipende fortemente dalle condizioni climatiche esterne e dalle abitudini domestiche. In generale, in inverno si tende ad avere una umidità interna maggiore a causa della minore ventilazione e della chiusura degli ambienti. Nei mesi estivi, l’umidità può diminuire per la maggiore aerazione, ma in presenza di caldo intenso o piogge, può raggiungere picchi notevoli, soprattutto se non si adottano sistemi di deumidificazione.

    La percezione soggettiva del caldo o del freddo è influenzata non solo dalla temperatura, ma soprattutto dal tasso di umidità. Oltre a essere responsabile del disagio fisico, l’umidità eccessiva mette a rischio la salubrità della casa e la qualità della vita. Effettuare un controllo regolare dei livelli di umidità e ventilare in modo consapevole rappresenta la strategia migliore per proteggerci tutto l’anno.

    Da notare che ambienti come la cucina e il bagno sono sempre più predisposti all’accumulo di vapore, mentre le camere da letto e le zone living dovrebbero mantenere valori più bassi per favorire il riposo e il comfort.

    La consapevolezza e la gestione dell’umidità costituiscono un investimento sulla salute e sulla longevità dell’abitazione, prevenendo problemi come allergie, insufficienza respiratoria e deterioramento dei materiali. Applicare semplici buone pratiche è essenziale per garantire ambienti vivibili, sicuri e accoglienti ad ogni stagione.

    Per un approfondimento sui concetti fisici e ambientali che regolano il comportamento dell’umidità atmosferica, è possibile consultare la voce Umidità di Wikipedia. Un’altra risorsa tecnica utile è la sezione dedicata alla Climatizzazione negli ambienti domestici.

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