Controlla subito questo valore in casa: se è sbagliato rischi muffa e problemi respiratori

In ambiente domestico, uno dei valori più critici da monitorare quotidianamente per la salute è il tasso di umidità relativa (UR). Un valore errato di questa variabile favorisce la comparsa di muffa e concorre allo sviluppo di disturbi respiratori, allergie e peggioramento delle condizioni di chi soffre di asma. La contaminazione da muffe è spesso sottovalutata, ma ha effetti diretti non solo sull’estetica degli ambienti, ma soprattutto sulla qualità dell’aria e il benessere delle persone che vi abitano.

Il legame tra umidità, muffa e salute respiratoria

Una delle cause principali della presenza di muffa in casa è il mantenimento di valori di umidità troppo elevati. In presenza di umidità costantemente alta (specie oltre il 70% di UR), si creano le condizioni ideali per la crescita delle spore fungine che si moltiplicano con grande facilità negli ambienti domestici, soprattutto in zone fredde e poco ventilate come bagni, cantine e camere da letto con pareti esposte a nord o con scarso isolamento termico. Il fenomeno viene spesso innescato dal processo di condensa che si verifica quando il vapore acqueo contenuto nell’aria entra a contatto con superfici fredde e si trasforma in goccioline d’acqua, il substrato prediletto per la proliferazione delle muffe [Wikipedia: Muffa] .

L’inalazione continuativa di spore e microtossine liberate da questo genere di funghi può provocare una serie di reazioni allergiche, infiammazioni delle vie aeree, peggioramento dell’asma, oltre a problemi agli occhi, alla pelle e, nei soggetti più sensibili (bambini e anziani), effetti sistemici più gravi .

Qual è il valore ottimale da controllare in casa?

Il parametro principale da monitorare è l’umidità relativa. Secondo la maggior parte delle fonti tecniche e sanitarie, il valore ideale di UR in un’abitazione deve mantenersi tra il 40% e il 60%. Un livello inferiore al 40% rende l’aria troppo secca, mentre un valore superiore al 60% espone ambienti e persone al concreto rischio di sviluppo di muffe. Quando il tasso di UR supera stabilmente il 70%, si entra in una fascia di massimo pericolo: la normativa tecnica (ASHRAE 55-92, UNI EN ISO 13788) indica che oltre questa soglia le spore hanno condizioni perfette per riprodursi e colonizzare superfici e materiali .

È fondamentale quindi dotarsi di un igrometro per la misurazione accurata: controlla sempre i valori nei locali più soggetti a umidità (bagni, cucine, aree non ventilate o con materiali porosi), intervenendo tempestivamente in caso siano fuori range.

Tabella orientativa dei valori di umidità

  • 0-40%: aria troppo secca, ma comunque ambiente non favorevole alla muffa (attenzione a sintomi come gola secca, pelle screpolata)
  • 40-60%: intervallo ideale per salute, comfort e prevenzione muffe
  • 60-70%: attenzione alta, rischio di condensa e primi segnali di muffa
  • oltre 70%: rischio elevato di muffa e problemi respiratori, necessità di intervenire subito

Soluzioni pratiche per mantenere valori corretti

Quando ci si accorge che il valore di umidità è troppo elevato, le strategie principali da mettere in atto sono:

  • Migliorare il ricambio d’aria, arieggiando tutti i locali almeno due volte al giorno, specialmente durante e dopo attività come doccia, cottura di cibi, stenditura dei panni.
  • Utilizzare deumidificatori elettrici o impianti VMC (ventilazione meccanica controllata), particolarmente efficaci nelle aree senza finestre o scarsamente ventilate.
  • Dispositivi passivi come cassette a gel di silice o cloruro di calcio possono offrire un piccolo contributo nei punti critici, assorbendo temporaneamente l’umidità .
  • Isolare termicamente le superfici fredde (pareti perimetrali, soffitti) con materiali idonei, eliminando i ponti termici che favoriscono la condensa.
  • Eliminare tempestivamente eventuali tracce di muffa già visibili, agendo con prodotti specifici e professionali ma solo dopo aver rimosso la causa principale (l’umidità eccessiva).

Negli ultimi anni la domotica offre soluzioni smart in grado di monitorare costantemente temperatura e umidità dell’aria e di regolare automaticamente la ventilazione per mantenere il clima interno su valori ottimali .

Muffa e rischi a lungo termine: cosa sapere

La muffa non si limita a causare solo problemi estetici sulle pareti o odori sgradevoli, ma colonizza materiali, arredi, tessuti e, soprattutto, compromette la salubrità degli ambienti domestici. Oltre a congestioni nasali, tosse, difficoltà respiratorie e irritazioni oculari o cutanee, a lungo termine la convivenza con muffe può essere correlata al peggioramento di patologie preesistenti come riniti, bronchiti croniche e asma. Nei casi più gravi e prolungati nel tempo, possono insorgere infezioni opportunistiche, specie in soggetti immunodepressi .

Lotta e prevenzione delle muffe devono essere considerate parte di una più ampia strategia di salute domestica. Riconoscere l’importanza di mantenere l’umidità nei limiti consigliati è il primo passo per assicurare un ambiente salubre per tutta la famiglia. L’azione integrata tra monitoraggio, ventilazione, deumidificazione e isolamento degli edifici è la soluzione più efficace per prevenire la formazione di questi microorganismi e tutelare la salute delle persone, con ricadute positive anche sulla conservazione dei materiali da costruzione e degli arredi.

Verifica oggi stesso l’umidità nella tua casa, assicurandoti che sia tra il 40% e il 60%: un piccolo gesto può prevenire conseguenze molto più gravi e garantire benessere e serenità a tutti gli abitanti.

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