Limiti sul numero di animali in casa o in giardino: ecco cosa dice la legge aggiornata

La presenza di animali domestici nelle abitazioni private rappresenta un tema che interessa sia i cittadini amanti degli animali sia le amministrazioni locali, con implicazioni giuridiche e sociali in continua evoluzione. La legge italiana, in costante aggiornamento, cerca di tutelare il benessere degli animali, la salubrità degli ambienti domestici e il buon vicinato, ponendo però dei limiti e delle regole all’interno delle quali il cittadino deve muoversi per evitare sanzioni e controversie. Nel corso degli ultimi anni, sentenze e normative regionali hanno contribuito a chiarire quali siano le restrizioni numeriche effettivamente poste alla detenzione di animali in casa o in giardino.

Limiti nazionali e regionali: la situazione aggiornata

Secondo la Corte di Cassazione, la detenzione di animali domestici presso una civile abitazione non può essere illimitata. L’ordinanza n. 1823/2023 ribadisce che, sebbene il regolamento condominiale non possa vietare il possesso di animali da compagnia nei singoli appartamenti, rimangono ferme precise condizioni. La libertà di accogliere animali nella propria unità immobiliare non può comportare disagi rilevanti agli altri condomini o problemi igienico-sanitari. In sostanza, ogni proprietario è tenuto a garantire che la presenza degli animali sia compatibile con una corretta convivenza civile e con la capacità di garantire loro tutte le cure e lo spazio necessario.
A livello regionale, alcune amministrazioni hanno posto restrizioni più articolate. La Regione Lombardia, per esempio, attraverso la L.R. n. 33/09, stabilisce che è possibile detenere animali d’affezione in un numero “limitato”. Nel dettaglio, è stato fissato un tetto di dieci cani o gatti per nucleo abitativo; se si intende superare questa soglia, la legge impone di effettuare una specifica comunicazione al sindaco per ricevere l’autorizzazione e le eventuali prescrizioni aggiuntive legate a igiene e benessere animale. Per altre specie (ad esempio roditori, uccelli, rettili), il Comune di Milano definisce “numero limitato” un massimo di quindici esemplari adulti per ciascuna specie, sempre pensando alla tutela degli animali e del contesto abitativo.

Contesto condominiale e regolamenti locali

L’art. 1138 del Codice Civile dispone che i regolamenti condominiali non possono vietare la presenza di animali domestici nelle proprietà private. Tuttavia, la presenza eccessiva di animali può essere oggetto di contestazione se si traduce in disturbo per il vicinato, cattivi odori, rumori molesti e carenze igienico-sanitarie che pregiudicano il normale utilizzo degli spazi comuni da parte degli altri residenti.
Diverse amministrazioni comunali hanno inoltre adottato regolamenti specifici per il benessere animale, che fissano non solo limiti quantitativi, ma anche responsabilità riguardo alla cura, all’assistenza veterinaria e alle condizioni igieniche. In genere, se il numero di animali detenuti supera una soglia ritenuta ragionevole (spesso 10-15 esemplari, a seconda della specie e del contesto), le autorità possono disporre controlli o prescrivere adeguamenti agli spazi o alle condizioni di custodia.

Le principali prescrizioni comunali riguardano:

  • Obbligo di mantenere puliti gli spazi privati e comuni frequentati dagli animali;
  • Divieto di recare disturbo abituale a vicini tramite rumori (come l’abbaiare persistente dei cani);
  • Divieto di maltrattamento e obbligo di garantire benessere psicofisico degli animali;
  • Eventuale necessità di permessi se si superano i limiti numerici regionali o comunali.

La violazione di queste regole può comportare segnalazioni all’autorità sanitaria o amministrativa, che può imporre la riduzione del numero di animali o l’adozione di misure correttive.

Animali d’affezione e obblighi di legge

La normativa distingue tra animali d’affezione (o da compagnia) e quelli destinati a fini produttivi o alimentari. Ai fini delle agevolazioni fiscali e del rispetto delle regole in tema di convivenza, rientrano tra gli animali d’affezione cani, gatti, piccoli roditori, furetti e specie compatibili con la vita domestica. Per tutti questi animali valgono le disposizioni riguardanti limite numerico, registrazione presso l’Anagrafe degli animali d’affezione, e obbligo di garantire cure veterinarie laddove necessario. Non sono ammesse deroghe per animali destinati ad allevamento o produzione, che seguono regole molto più restrittive e specifiche.

L’accesso a determinate agevolazioni o bonus fiscali avviene solo se l’animale è regolarmente registrato e si dimostra di aver sostenuto spese veterinarie tracciabili. Questo rafforza l’esigenza che ogni animale presente nell’abitazione sia conosciuto, identificato e monitorato dalle autorità competenti. Anche se la legge nazionale non prevede un limite preciso e uguale per tutta l’Italia, le sentenze e i regolamenti locali forniscono una solida cornice di riferimento per evitare abusi o detenzioni non idonee.

Considerazioni pratiche e rischi in caso di inosservanza

Mantenere in casa o in giardino un numero eccessivo di animali senza rispettare le indicazioni di legge espone il detentore a diversi rischi giuridici. Oltre alle sanzioni amministrative (inclusa la possibile confisca degli animali in caso di comprovato maltrattamento o incuria), vi è la possibilità che scattino procedimenti per disturbo della quiete pubblica o per violazione di norme sanitarie.
La giurisprudenza più recente tende a tutelare in egual misura la libertà del proprietario e la tranquillità della comunità, mantenendo saldi i principi fondamentali:

  • Benessere animale, inteso come diritto a cure e spazi adeguati;
  • Benessere sociale, ovvero la salvaguardia degli interessi degli altri residenti;
  • Rispetto delle disposizioni igienico-sanitarie e dell’ordine pubblico.

In presenza di numerosi animali, è fondamentale che il proprietario sia in grado di dimostrare la capacità gestionale e le condizioni di idoneità degli spazi. L’intervento delle autorità viene spesso sollecitato da segnalazioni di vicinato e può comportare sopralluoghi, prescrizioni o riduzioni forzate degli animali presenti.

Per concludere, la legislazione italiana mira ad assicurare una convivenza armoniosa tra cittadini e animali, pur tutelando il diritto di ogni proprietario a tenere con sé animali da compagnia. Tuttavia, le limitazioni numeriche ed i controlli sono strumenti fondamentali per garantire che questa libertà non si traduca in disagio sociale o danno per gli stessi animali. Chi desidera accogliere molti animali deve quindi informarsi sulle normative locali e garantire sempre elevate condizioni di pulizia, salute e rispetto delle regole dettate dalle autorità civili e sanitarie.

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